I partners
parliamo spagnolo
parliamo la lingua dei segni
cos’è e come possiamo trattarla con successo?
La perimplantite è una malattia che interessa i tessuti che circondano un impianto dentale. È caratterizzata da un’infiammazione, accompagnata da infezione, che provoca perdita progressiva dell’osso che sostiene l’impianto. Se non trattata tempestivamente, può portare al fallimento del trattamento implantare.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha permesso di sviluppare protocolli sempre più efficaci: oggi non ci limitiamo solo a contenere la malattia, ma in alcuni casi possiamo ottenere una vera rigenerazione dei tessuti 👉 restituendo all’impianto il suo supporto naturale.
Le cause principali sono simili a quelle delle malattie parodontali:
🦠 placca batterica e tartaro intorno all’impianto,
🪥 igiene orale insufficiente,
🚬 fumo e altri fattori di rischio (come il diabete non controllato),
🦷 storia di parodontite pregressa,
⚖️ carichi occlusali eccessivi sulla protesi.
👉 Segnali d’allarme: sanguinamento gengivale, gonfiore, alito cattivo, dolore o fastidio attorno all’impianto.
La prevenzione rimane la vera arma contro la perimplantite:
cura quotidiana dell’igiene orale con spazzolino, filo e scovolini,
sedute di igiene professionale ogni 4–6 mesi,
controlli clinici e radiografici regolari.
✨ Ricorda: l’impianto va trattato come un dente naturale!
La terapia rigenerativa ha come obiettivo la restituzione ad integrum, cioè ricostruire l’osso perso e riportare l’impianto in condizioni ottimali.
Nel caso clinico che presentiamo, è stata eseguita una GBR (Guided Bone Regeneration), rigenerazione ossea guidata:
✂️ Rimozione del tessuto infetto e decontaminazione della superficie implantare.
🧩 Inserimento del biomateriale rigenerativo nello spazio osseo perso.
🛡️ Applicazione di una membrana barriera per proteggere la guarigione e favorire solo la crescita di osso.
🔒 Chiusura per prima intenzione dei lembi gengivali, così la guarigione avviene in modo sigillato e stabile.
📸 Radiografie e foto mostrano chiaramente il recupero del supporto osseo e la stabilità dell’impianto a distanza di mesi.
Quando la rigenerazione non è possibile, si ricorre alla terapia resettiva.
Questa non mira a ricostruire, ma a:
eliminare le tasche infette,
rimodellare l’osso e i tessuti molli,
semplificare l’igiene orale quotidiana.
È un approccio diverso, ma spesso molto utile per stabilizzare la situazione.
La perimplantite è una sfida seria, ma oggi non significa più automaticamente perdere l’impianto.
Grazie a tecniche chirurgiche avanzate, possiamo ottenere risultati duraturi e in alcuni casi una vera rigenerazione dei tessuti.
💡 La prevenzione rimane però fondamentale: igiene accurata, controlli periodici e collaborazione attiva del paziente.
1. La perimplantite è come la parodontite?
👉 Sì, ma riguarda gli impianti. Entrambe portano a perdita di osso.
2. Come faccio a capire se ho la perimplantite?
👉 Segnali tipici: sanguinamento, gonfiore, alito cattivo, dolore attorno all’impianto. Spesso però è silenziosa: servono i controlli regolari.
3. Un impianto con perimplantite va sempre tolto?
👉 No. Se diagnosticata presto, può essere curata e in alcuni casi si può rigenerare l’osso perso.
4. La terapia rigenerativa funziona sempre?
👉 Non sempre: dipende dal tipo di difetto osseo e dalla posizione implantare, il chirurgo esperto deve saper identificare i casi favorevoli prima di sottoporre il paziente a questo tipo di terapia.
5. Dopo l’intervento posso tornare a vita normale?
👉 Sì. Dopo la fase chirurgica ci sono alcune indicazioni post-operatorie da seguire, ma a lungo termine l’obiettivo è proprio quello: mantenere un impianto stabile e funzionale come se fosse un dente naturale.
6. Ogni quanto devo fare la pulizia professionale con un impianto?
👉 Almeno ogni 6 mesi. Nei pazienti a rischio più alto (fumatori, ex parodontopatici, casi di perimplantite trattata) può essere necessario ogni 4 mesi.
7. Quanto devo restare senza la protesi in caso di rigenerazione ossea?
👉 Il tempo medio è circa 5-6 mesi. Durante questa fase se si trattasse di un dente anteriore si posizionerà una protesi provvisoria incollata agli altri denti (fissa), o una protesi ad appoggio dentale con finalità estetiche.
7. Starò male e avrò dolore dopo la rigenerazione ossea?
👉 Il dolore va gestito in modo efficacie. Grazie all'analgesia multimodale possiamo garantire sempre un post-operatorio privo di dolore.
Fasi operatorie. La membrana posizionata a protezione dell'innesto, adeguatamente fissata e la chius
situazione iniziale, la linea gialla segue il profilo osseo
Radiografia a fine intervento, confronto tra profilo osseo iniziale e quello ipercorretto.
situazione radiografica 12 mesi dopo la fine del trattamento, il nuovo profilo osseo è stabile.
Sitemap | Privacy & Policy | Sito web creato da Grazioli Design “Only for dreamers”